IN TOUR

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CIARLATANI

di Pablo Remón

Per la prima volta in Italia, il vincitore del Premio Nacional de Literatura Dramática 2021 Pablo Remón è autore e regista della commedia Ciarlatani. 

Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione.

LA VITA DAVANTI A SÉ

dal testo “La Vie Devant a Soi” di Romain Gary (Emile Ajar)

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo: la convivenza tra culture, religioni e stili di vita diversi. I flussi migratori si innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale. Raccontare la storia di Momò e Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile. Le ultime parole del romanzo di Gary dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: «Bisogna volere bene»

METAMORFOSI

da “Le Metamorfosi” di Ovidio

Restituire scenicamente il poema di Ovidio è una sfida vertiginosa che in primo luogo pretende la scelta di una lingua teatrale e performativa che consenta di raccontare questo mondo pirotecnico, cinetico, che fa della trasformazione, è forse più giusto dire della trasfigurazione, la sua prima e fondante ragione d’essere. Proprio per questo si è ritenuto opportuno e necessario, al fine di non perdere o eludere la complessità delle tematiche e della lingua del poema, costruire una sorta di concerto di musica, corpo e parola che possa restituire la potenza visiva e sonora di cui il testo di Ovidio è ancora oggi sorprendentemente portatore.
Danzatori, musicisti e voce recitante avranno il compito di condurre lo spettatore in quei luoghi di transizione e di visionarietà descritti nelle precedenti righe.
La scelta di coinvolgere nel progetto Metamorfosi, un regista come Andrea Baracco, che fonda parte del suo percorso di studio e lavoro sulla riproposizione dei classici nel contemporaneo; dei Munedaiko, un ensemble che ha nelle percussioni l’origine della propria ricerca performativa e di una giovane attrice come Nina Pons, nasce proprio dall’esigenza di costituire una lingua teatrale che sia pertinente, specifica e originale.